Pochi sanno infatti che nel settembre del 1882, precisamente nei giorni 10, 11 e 12 settembre (domenica, lunedì e martedì) Festa Patronale di Verzuolo del SS.mo Nome di Maria, giorni in cui la pioggia cadde a catinelle (come riportato nell’articolo del 1882), Verzuolo si illuminò con 18 lampade Swan, ognuna con potenza di 16 watt e con tensione da 45 volt a corrente continua.
I giorni 10 e 11 vennero eseguiti due esperimenti, il giorno 12 fu il giorno più importante, in cui vennero accese tutte le lampade davanti ad un folto pubblico ed alcuni giornalisti, che erano pervenuti da Torino, Cuneo e Saluzzo. Fu un successo enorme.
L’esperimento venne condotto dall’Ing. G. Defranceschi di Milano con l’aiuto di E.Siccardi di Verzuolo.
La notizia, venne pubblicata il 17 settembre dalla “Gazzetta Piemontese” (ma dal giornalista scritta il 15 settembre), qualche giorno dopo venne commentata anche dalla “Sentinella delle Alpi” di Cuneo e dalla “Gazzetta di Saluzzo”. Il 24 settembre 1882, la rivista milanese “Il Giorno”, N° 12 del 24 settembre 1882, specializzata in “Elettricità”, a pagine 102 e 103 riportò parte degli articoli della “Gazzetta Piemontese” di Torino, della“Sentinella delle Alpi” di Cuneo e della “Gazzetta di Saluzzo”.
“Come abbiamo detto, gli esperimenti d’illuminazione elettrica con lampade Swan, fatti a Verzuolo dalla Società Industriale Franco-Italiana, sono riusciti benissimo. Vi assistevano alcuni rappresentanti della stampa e parecchi giornali ne parlarono. Fra gli altri, la “Gazzetta Piemontese” scrive: Dirò della riuscita: è stata soddisfacentissima. Gli esperimenti della luce elettrica furono eseguiti – ad onta del tempo costantemente piovoso – nei giorni 10, 11 e 12. L’effetto, specialmente nelle sere del 10 e del 12, fu stupendo; la sera dell’11 qualche guasto alla macchina dinamo-elettrica, tolse il pieno effetto dell’apparato. Tutte le lampade si accendevano come per incanto ai primi giri della macchina Gramme, e brillavano su un fondo di cielo nero, come splendido contrasto coi poveri lampioni a petrolio che arrossivano nel vero significato fisico della parola. Le lampade trovavansi a circa 10 m. di distanza ed erano sparse su un circuito metallico di 400 metri ..."
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